28/1- SALTO: Roberta D’Agostina si ferma, ora farà la mamma

28-1-2014 Roberta D’Agostina si ferma. No, non c’entra nulla la mancata convocazione per le Olimpiadi di Sochi. Il motivo è un altro, molto diverso: «Aspetto un figlio», dice con un sorriso grande così la saltatrice di Tarvisio.
Martedì scorso Roberta avevano inserito sul suo profilo Facebook un post che riprendeva il titolo di una canzone di Antonello Venditti, “Che fantastica storia è la vita”, accompagnato da uno smile. «L’ho scritto appena ricevuta la notizia – racconta -. E’ stata una bellissima sorpresa. Sono così felice…».
Inevitabile fermarsi, anche se in realtà le gare di Coppa del Mondo del week-end successivo nella vicina Planica le avrebbe fatte volentieri: «Ma il medico me l’ha caldamente sconsigliato, essendo già al secondo mese di gravidanza. Però sto iniziando a credere nel destino: perdo qualcosa di bello, guadagno qualcosa di splendido».
La ventiduenne dello Sci Cai Monte Lussari ha cominciato a saltare a 11 anni, quindi metà della sua vita l’ha trascorsa idealmente sul trampolino: «Quando ho iniziato eravamo in 5 in Italia – ricorda -. Ora mi stanno ritornando in mente le tante esperienze vissute in tutto questo periodo: gli allenamenti, le gare, le trasferte, le persone conosciute. Sarò sempre riconoscente al salto per quanto mi ha saputo dare».
Quello della D’Agostina non è però un addio definitivo: «Sicuramente farò il corso allenatori di secondo livello e poi, chissà, fra un paio di stagioni potrei ritornare. Mi tengo quindi una porta aperta. Di certo non mi ci vedo nelle vesti di casalinga».
In ogni caso Roberta resterà comunque nell’ambiente, perché il futuro papà è Fred Zoz, allenatore della squadra femminile francese: «Dobbiamo ancora decidere dove andare a vivere, probabilmente in Italia», spiega Roberta, che coglie l’occasione per parlare della partecipazione olimpica sfumata: «Non ho né rimpianti né rimorsi: ci ho provato ma non ce l’ho fatta. Non mi sono mai allenata tanto come in questa stagione; evidentemente qualcosa nel mio subconscio non ha funzionato». Ma un grande regalo è comunque arrivato.

di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino